Milano, 13 maggio 2024
Oggi il Parlamento discute due emendamenti presentati dai senatori Fazzone e Lotito, che potrebbero riportare la gestione dei rifiuti a un sistema di competenze indefinito dopo sei anni di regolazione. Il presidente di ARERA, Stefano Besseghini, ha espresso preoccupazione: «I rischi sono costi senza controllo per i cittadini e impossibilità di verificare».
Gli emendamenti 7.22 e 7.23, presentati nell'ambito della conversione del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39 (c.d. "Decreto Superbonus"), mirano a ridefinire l'assetto regolatorio del settore dei rifiuti, sottraendo ad ARERA i poteri tariffari attribuiti dal 2018. L'Autorità invita a considerare i progressi fatti grazie alla regolazione attuale.
Questi emendamenti propongono di togliere ad ARERA il potere di definire gli schemi tipo dei contratti di servizio, i criteri per le tariffe di accesso agli impianti di trattamento, il metodo tariffario e l'approvazione delle tariffe stabilite da Enti d'Ambito e gestori. Inoltre, verrebbero tolti anche i poteri di emanazione delle direttive per la separazione contabile e amministrativa della gestione, la valutazione dei costi delle prestazioni e la definizione di indici di efficienza ed economicità della gestione. La cessazione di tali poteri inizierebbe già nel 2024, con l'approvazione della TARI che tornerebbe ai Comuni.
"L'Autorità, nel settore del ciclo dei rifiuti come negli altri settori di competenza, procede da sempre alla piena implementazione del mandato contenuto nelle norme approvate dal Parlamento, evidenziando, laddove presenti, eventuali distorsioni," afferma Besseghini. "In questo caso, le proposte in oggetto, riducendo radicalmente le regole applicabili e i controlli possibili, rischiano di pregiudicare i progressi fatti e la possibilità di raggiungere gli alti obiettivi ambientali e organizzativi richiesti dalla disciplina comunitaria al nostro Paese. Simili scelte dovrebbero essere precedute da una solida riflessione e da un adeguato dibattito, per non consegnare il settore all'incertezza. Il sistema regolatorio sviluppato negli ultimi sei anni è improntato a trasparenza, qualità tecnica e contrattuale e sostenibilità. Senza questo, i rischi sono evidenti: costi senza controllo per i cittadini e impossibilità di verificare la qualità e quantità dei rifiuti gestiti".
Dal primo Metodo Tariffario Rifiuti del 2019, ARERA ha seguito un percorso graduale rispettando le specificità territoriali, promuovendo la trasparenza nella misurazione del ciclo con indicatori specifici e livelli minimi di servizio, fino all'approvazione del contratto tipo per l'avvicendamento tra gestori del servizio.
"Durante questo lungo processo," conclude Besseghini, "ci si è mantenuti coerenti con le recenti disposizioni normative adottate per il riordino dei servizi pubblici locali, promuovendo la partecipazione tramite consultazioni e istituendo un Tavolo tecnico permanente con tutti i soggetti istituzionali e industriali coinvolti, dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome, all'ANCI, dagli Enti di Governo d’Ambito alle associazioni dei gestori".
Link a relativi emendamenti: